Identità e doppio. Specularità, incomunicabilità e alienazione
Ricercare la propria identità significa verificare la
convergenza tra pensiero ed
azione, l’auspicata omogeneità
tra progetti, aspirazioni, ideali e comportamenti.
Identità significò a lungo anche
conformità tra convinzioni
private e grandi valori civili, quali la difesa della libertà, dell’eguaglianza
sociale, della giustizia.. . Importante appare anche l’identità
morale e religiosa del singolo. La letteratura e l’arte in genere, a
lungo, hanno proposto all’imitazione esempi di vita
alti, di pensatori ed eroi, sempre
pronti al sacrificio per i loro ideali. La crisi di tale modello si ha quando la
caotica realtà storica, i complessi problemi sociali, uniti all’individualismo e
all’indebolirsi delle grandi ideologie, fanno emergere tutta l’alienazione
e l’ incomunicabilità
dell’uomo contemporaneo. Il singolo appare
oggi come un
eterno navigante alla vana
ricerca del senso vero della sua vita. L’immaginario artistico da sempre cattura
le figure simboliche di tale disagio: il paradosso della follia demistificante (
Ariosto e Erasmo da Rotterdam ), il carnevalesco e la parodia ( J. Bosch ), la
metamorfosi disumanizzante ( Kafka ), l’umorismo come sentimento del contrario (
Pirandello ), l’assenza di azione
nell’assurdo dell’esistenza (Beckett ). La domanda di fondo rimane questa:
esiste l’identità o lo sdoppiamento
è divenuto duttilità
difensiva, in un mondo
relativo,
dove si mente anche a se stessi?
Il soggetto tra ruoli sociali, modelli d'azione e perdita di identità
La letteratura in generale consente una sorta di proiezione dell'io dell'autore nella sua opera, attraverso i vari personaggi e le loro focalizzazioni ( punti di vista ), le loro funzioni narrative - intese come intrecci e ruoli - ma anche attraverso le soluzioni espressive adottate - forme dell'immaginario retorico e stilistico, rete di significanti.....
In tal
senso la scelta del genere letterario
è già indicativa
della particolare trasposizione che l'io artistico propone della
propria personalità di soggetto in continua evoluzione.
Anche in altre varianti della
nostra tradizione culturale si esprime la volontà argomentante del soggetto che cerca il suo
spazio di riflessione senza rinunciare alla specificità del filtro
letterario. In tale categoria di scritture possiamo includere il
trattato dialogato
< Petrarca, Secretum > ,
la lettera
a contenuto esistenziale e filosofico
< da Petrarca
a Leopardi >, l'
autobiografia artistica < Goldoni, Alfieri
>, il romanzo epistolare
< Foscolo, Le ultime lettere di
Jacopo Ortis >, il diario a sfondo introspettivo
< Leopardi,
Zibaldone >, la prosa fantastica argomentante
<
Leopardi, Operette morali >,
certe parti della poesia
crepuscolare e montaliana, alcuni passi dei manifesti delle avanguardie
novecentesche........
Il romanzo realista
definisce in modo più argomentato le
psicologie dei
personaggi ( articolazioni plausibili del punto di vista dell'autore
). Negli intrecci narrativi si esplicita la panoramica di casi che la
realtà storica ostenta, si intuisce la
dinamica di significati
che essa movimenta, il nucleo ideale
che dovrebbe ispirarla.
Più modernamente il
romanzo
decadente e novecentesco sposta l'attenzione sull'interpretazione
del tutto soggettiva del reale da parte del soggetto, isolato
all'interno di una società anonima ed ostile. L'arte sente ormai la fine
delle idealità romantiche ( come rassicuranti sistemi di valori in cui
proiettarsi ) e si distanzia allo stesso tempo dalle facili certezze date
dal sapere scientifico, sociale ed economico ( crisi del positivismo ). Si
impongono nuove categorie di interpretazione e di analisi delle
contraddizioni della personalità umana
all'interno della
società industriale. In particolare in Italia si afferma con
Pirandello il concetto di
umorismo,
inteso come sentimento
del contrario e come
demistificazione della realtà borghese.
Emerge così - per dare consistenza ad un io analitico e critico -
la provocatoria originalità
degli atteggiamenti dei personaggi,
l'ostentazione di paradossali contraddizioni, e perfino la difesa
della pazzia volontaria come amaro rifugio in una solitudine non
alienata.
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Il percorso
analizza i modi in cui la letteratura rivive e riproduce - attraverso
l'immaginario artistico - il problema dell'identità
personale, inteso come riconoscimento della propria
unicità nella relazione che ogni individuo intrattiene con se stesso,
come padroneggiamento
delle scelte di vita, dei propri
atteggiamenti verso la realtà esterna,
dei rapporti con gli altri.
Nel grafo si indicano alcuni significati legati al concetto di identità quale si
rintraccia nelle opere letterarie. Lo schema isola
quattro
grandi aree concettuali.
- Un primo concetto di identità forte
si identifica nell'adesione a
grandi modelli di vita e di azione del passato.
E' l'età classica che solitamente offre tali
modelli.
Altre volte il soggetto accetta di vedere
condizionata la sua
identità e la sua personalità da forze superiori, quali la volontà
provvidenziale di Dio, che orienta per il meglio le azioni e le
intenzioni umane.
- Una nuova identità forte del soggetto si rintraccia nella
creazione
artistica, vista come
esperienza privilegiata. E' valorizzata
la genialità del superuomo - esteta, capace di scavalcare
la volgarità del reale.
- Tuttavia la moderna società industriale isola sempre più il singolo e l'esclusione da ideali ampiamente condivisi, finisce per mettere in forse la stessa identità della persona. Essa finisce per sentirsi alienata, estranea alla sua stessa vita, che è percepita come manovrata dagli altri.
- Quando la perdita di senso del proprio vivere si fa più forte e drammatica, subentra un più profondo scollamento dalla realtà. Il sogno, l'utopia di un mondo migliore, le immagini visionarie dell'arte possono aiutare temporaneamente ad evadere in una dimensione più libera. Ma quando la crisi si fa più forte può anche subentrare la psicosi e la follia, come esperienza estrema di sdoppiamento del proprio io.
- Infine nel Novecento si intuisce che il concetto di identità - come consapevole padroneggiamento di sé - è illusorio. La mente dell'uomo, con la sua capacità anche involontaria di ricordare e di pensare, di accordare sensazioni legate al presente con riferimenti al passato e proiezioni del desiderio verso il futuro ( flusso di coscienza e monologo interiore ) fanno svanire l'unità della coscienza. Si apre contemporaneamente la dimensione dell'inconscio.
Questo secondo grafo
articola più specificatamente il tema soprattutto in relazione al
progressivo sfaldarsi della consistenza dell'io e dell'unità della
coscienza.