La
doppia personalità di Ugo Foscolo
"Notizia
intorno a Didimo Chierico"
XII.
— Era volentieri ascoltato: né so dove trovasse materie; perché alle volte chiacchierava per tutta una sera, senza dire una parola di politica, di religione, o di amori altrui. Non interrogava mai per non indurre, diceva Didimo, le persone a dir la bugia: e alle interrogazioni rispondea proverbi, o Guardava in viso chi gli parlava. Non partecipava né una dramma del suo secreto ad anima nata: — Perché, diceva Didimo, il mio secreto è la sola proprietà su la terra ch'io degni di chiamar mia, e che, divisa, nuocerebbe agli altri e a me. — Né pativa d'essere depositario degli altrui secreti: — Non ch'io non mi fidi di serbarli inviolati: ma avviene che a voler scampare dalla perdizione qualche persona, m'è pure necessità a rivelare alle volte il secreto che m'ha confidato: tacendolo, la mia fede riescirebbe sinistra; e maniifestandolo, m'avvilirei davanti a me stesso. — Accoglieva lietissimo nelle sue stanze: al passeggio voleva andar solo, o parlava a persone che non aveva veduto mai, e che gli davano nell'idea: e se alcuno de' suoi conoscenti accostavasi a lui, si levava di tasca un libretto, e per primo saluto gli recitava alcuni squarci di traduzioni moderne de' poeti dieci: e rimanevasi solo. Usava anche sentenze enigmatiche. Nessun frizzo: se non una volta e per non ricaderci, rilesse i quattro Evangelisti. Ma di tutti questi capricci e costumi di Didimo s'avvedevano gli altri assai tardi, perch'ei non li mostrava, né gli occultava; onde credo che venissero da disposizione naturale.
XIII.
XIV.
|
|
Un anello essenziale per comprendere il passaggio dalla passionalità incandescente del Foscolo nell'Ortis alla pacatezza di Ugo Foscolo nelle Grazie, cultore dell'armonia rasserenatrice, è costituito dalla traduzione del Viaggio sentimentale di Laurence Sterne, ma soprattutto dalla Notizia intorno a Didimo Chierico che l'accompagna. L'opera di Sterne aveva affascinato lo scrittore italiano sin dagli anni giovanili (si nota l'influsso nel progetto del romanzo giovanile "Il sesto tomo dell' Io"). Ad una traduzione lavorò tra primavera ed estate del 1805, trovandosi nella Francia del Nord al seguito della tentata spedizione napoleonica contro l'Inghilterra; la riprese nel 1812 a Firenze, nella villa di Bellosguardo, sui colli fiorentini (lo stesso periodo in cui lavora alle Grazie). La traduzione è attribuita da Foscolo ad un personaggio fittizio, Didimo Chierico, di cui nella Notizia viene tracciato il ritratto. Didimo era il nome di un grammatico dell'età ellenistica; "chierico" deriva dal fatto che il personaggio era stato avviato da fanciullo al sacerdozio, senza però assumere gli ordini sacri ed allude forse alla sacralità della figura del letterato, "sacerdote" della poesia.
Evidentemente Didimo non è altro che l'alter ego di Foscolo stesso: risulta così una nuova maschera dello scrittore, come lo era stato Jacopo Ortis negli anni giovanili. Ma Didimo è un anti-Ortis: quanto Jacopo è appassionato e disperato, tanto Didimo è distaccato dalle passioni, ironico e disincantato. Le passioni serbano in lui "un calore di fiamma lontana".Si esprime in questa figura un bisogno di dominare il mondo delle passioni, di filtrare una realtà troppo tumultuosa attraverso una più distaccata serenità : è una disposizione d'animo che è strettamente collegata a quella che dà vita alle Grazie, che nascono non a caso nello stesso periodo. Didimo conserva gli ideali dell’ eroe giovanile: l’amor di patria, il senso fiero della proprio indipendenza e libertà, il disdegno per la vita e la bassezza d’animo. Ma tende a dominare le passioni; quel poco che ne traspare sembra “calore di fiamma lontana”. Non si può dire che sia approvato ad un’olimpica saggezza: è “più sdegnato che rinsavito”, non ha più fiducia nell’ avvenire, anche se non ne ha paura; si adatta alla prudenza mondana, ma “senza fidarsene”. Sente ancora, come Ortis, una “dissonanza nell’armonia del mondo”, ma invece di contrapporsi ad essa con atteggiamento eroicamente agonistico, si limita a tacere. Non ha una meta sicura verso cui indirizzarsi e si limita a “non deviare” della linea che si è assunta.
Nel 1815 la Notizia fu ripubblicata insieme con l'Ipercalisse ( il titolo completo è : Didimi Clerici prophetae minimi Hypercalypseos liber singularis, ovvero il Libro singolare dell'Ipercalisse di Didimo Chierico profeta minimo) sempre sotto la maschera di Didimo Chierico, Foscolo scaglia una satira violenta contro i letterati milanesi, con cui era entrato in urto dal 1810. l'opera è scritta in latino biblico, modellato su quello dell'Apocalisse, a cui si riferisce anche il titolo, che allude al carattere oscuro e cifrato delle allusioni ( dal greco kalypto che significa "nascosto").
|