M.Giovanetti , Per una donna anziana
Nisa, è pur ver che tu ne l'alma impressi
hai di veglio Titon gli essangui ardori,
e di braccia cadenti ai freddi amplessi
offri del tuo bel seno i caldi avori?
Meraviglia è d'amor veder connessi
crespo crin, crespa gota, ostri e livori,
e con le man di latte insieme espressi
fra le rughe senil scherzar gli Amori.
Ah, sian lunge i tuoi fior da quel confine!
entro que' solchi de le guance annose
il tempo sol dee seminar le spine;
ch'ei de le guance tue molli, amorose,
farà col gielo del suo freddo crine
pallidi i gigli e livide le rose.
In questo sonetto gli elementi tipici della bellezza femminile, ovvero le braccia, il seno, i capelli, le guance e le mani, sono utilizzati non per descrivere una bella fanciulla, ma una donna anziana: si tratta di un bell’esempio di come un motivo tradizionale possa essere variato per contrasto, modificando il soggetto a cui applicare una descrizione che parte da elementi convenzionali. Altro aspetto da sottolineare è quello del trascorrere del tempo che tutto distrugge, reso dal poeta con accenti di malinconia.
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Givanetti, Marcello (Ascoli Piceno 1598 – 1631): poeta italiano, autore della favola pastorale La Cilla, di Rime (1620) e di Sonetti, canzoni, madrigali (1626), svolse temi d’acceso erotismo, in stile marinistico.