Il “positivo romantico” 
Dalla Lettera a Cesare D'Azeglio "Sul Romanticismo"
di Alessandro Manzoni

mappa di riferimento 

Nel testo di seguito riportato Manzoni illustra le proposte avanzate in positivo dal movimento romantico e in particolare da quello milanese del “Conciliatore”: in tal modo l’autore si inserisce all’interno del dibattito tra classici e romantici a cui, tra il 1816 e il 1818, avevano partecipato, tra gli altri, anche Borsieri, Berchet, Leopardi.


 
“Mi limiterò ad esporle quello che a me sembra il principio generale a cui si possano ridurre tutti i sentimenti particolari sul positivo romantico[1]. Il principio, di necessità tanto più indeterminato quanto più esteso mi sembra poter essere questo: che la poesia e la letteratura in genere debba proporsi l’utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo . Debba per conseguenza scegliere gli argomenti pei quali la massa dei lettori ha o avrà, a misura che diverrà più colta, una disposizione di curiosità e di affezione, nata da rapporti reali, a preferenza degli argomenti, pei quali una classe sola di lettori ha una affezione nata da abitudini scolastiche, e la moltitudine una riverenza non sentita né ragionata, ma ricevuta ciecamente. E che in ogni argomento debba cercare di scoprire e di esprimere il vero storico e il vero morale, non solo come fine, ma come più ampia e perpetua sorgente del bello[...]Non dissimulo, né a Lei, che sarebbe un povero ed inutile artificio, né a me stesso, perché non desidero ingannarmi, quanto indeterminato, incerto e vacillante nell’applicazione sia il senso dei vocaboli: utile, vero, interessante. E per non parlare che d’uno di essi, Ella sa meglio di  me che il vero tanto lodato e tanto raccomandato nelle opere di immaginazione, non ha mai avuto un significato preciso. Il suo ovvio e comune non può essere applicato a queste, perché di consenso universale vi debbe essere dell’inventato, cioè del falso. Il vero che debbe trovarvisi dappertutto, et même dans la fable, è dunque qualche cosa di non ancor definito; né il definirlo mi pare impresa molto agevole, quando pure ella sia possibile.[...]”.
 

 Il seguente grafo intende proporre alcune parole chiave che intervengono nella discussione tra classicisti e romantici, e che costituiscono la formulazione della poetica romantica manzoniana. Vengono quindi proposti, all’interno di un ideale percorso antologico, dei rimandi intertestuali su alcuni nodi tematici della produzione letteraria dell’autore:


[1] Finora l’autore aveva considerato la parte negativa del Romanticismo, vale a dire le critiche rivolte all’uso della mitologia, del concetto di imitazione e della precettistica propria della tradizione classicista.

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