A.Bruni , Per gli occhi azzurri della sua donna

       

                - Qualor de' tuoi begli occhi il bello io guardo,

          cui d'azzurro color fregiò natura,

          s'è ceruleo l'arciero, aureo è 'l suo dardo,

          che dà le piaghe al seno, al cor l'arsura.

 

               Fra quello azzurro, il lascivir d'un guardo

          rassembra il Sol ne l'onda azzurra e pura;

          del pianto i mari ove sommerso io ardo,

          quel ceruleo ondeggiar finge e figura. –

 

               Così parlo al mio ben; quando i ridenti

         lumi rivolge a me, spargendo ardore,

         de la rosa la dea con questi accenti:

 

               - Sotto due archi ove trionfa il core,

         del ceruleo onde scorno han gli ostri ardenti

         fansi il manto le Grazie, il velo Amore. -

 

 

 

 

 

Il sonetto è un’ode dedicata ai begli occhi azzurri e luminosi della donna amata.

 

 

 

Bruni, Antonio (Manduria, Lecce, 1593 – Roma 1635): poeta italiano, marinista, si distingue per la sensualità e l’ingegnosità dell’immaginazione (Le tre Grazie, 1627; Le Veneri, 1630)

 

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